15 - 19 ottobre 2018
Milano Luiss Hub
Residenza artistica coordinata da Alice Padovani per il progetto Si Creative di Italia Camp
Il 15 ottobre ha presto il via SICreative, il progetto dedicato ai giovani under30 creativi o amanti dell’arte realizzato grazie ai fondi messi a disposizione con il bando “Cosa vuoi fare da Giovane? Il tuo futuro parte adesso!” da Agenzia Nazionale per i Giovani.
A Milano LUISS Hub for makers and students l’artista Alice Padovani ha realizzato un’istallazione artistica nel garden dell’hub milanese con l’aiuto dei ragazzi e delle ragazze che si sono candidati alla call.
Per SICreative, Alice Padovani realizzerà un’istallazione dal titolo “Bosco Matrice” che ha come fulcro la Natura, matrice e madre che sta alla base dell’esistenza ed è l’origine e causa di tutto. Se il primo concetto guida dell’opera collettiva è Natura, il secondo è Memoria: siamo soliti associare la memoria, e quindi la predisposizione ad acquisire conoscenza, a organismi dotati di un cervello come l’uomo e gli animali. La scienza ha però scoperto che la memoria, strettamente connessa all’apprendimento, non è il frutto di un solo organo e che l’encefalo può non essere indispensabile allo sviluppo dell’intelligenza. Appartiene infatti a tutti gli esseri viventi e le piante ne sono la dimostrazione: sono in grado di imparare dall’esperienza, possiedono una memoria vegetale che le permette di adottare comportamenti e rispondere all’ambiente circostante e agli stimoli accidentali.
La scienza negli ultimi anni ha iniziato a trarre grande ispirazione dalle piante e questo approccio “bio-ispirato” potrebbe portare alla soluzione di problemi tecnologici e a nuove invenzioni rivoluzionarie creando prospettive innovative per l’ampliamento della conoscenza umana.
L’installazione sarà composta da una serie di strutture verticali che creeranno un percorso negli spazi esterni del Milano LUISS Hub for makers and students. Piccole torri che con le loro sagome richiamano le forme dei grattaceli, foreste abitate del quartiere circostante. Le strutture saranno rivestite da una moltitudine di oggetti la cui memoria è incerta: sono pezzi, ingranaggi, meccanismi, componenti elettronici che un tempo facevano parte di qualcosa di più complesso, una macchina, un corpo tecnologico che ora è disgregato e ci restituisce le sue parti uniche e singolari. Parti distanti tra loro finiscono per creare un incontro inatteso, una sorta di memoriale poetico della tecnica e della tecnologia che evoca al contempo le forme primitive della natura.
Un bosco che sembra appartenere alla nuova era geologica dell’antropocene: lontano dalla natura, ma che ad essa tenta di riavvicinarsi.