REMINISCENCE BUMP

Il mio lavoro, che è sempre stato dedicato all’idea di conservare, conservare, raccogliere ciò che rischia di andare perduto, subisce con questa installazione uno sviluppo apparentemente opposto. 

Da sempre abituata a scrivere diari e ricordi personali (soprattutto nell’adolescenza), mi sono resa conto di come i miei ricordi possano diventare un passato scomodo. Così, con un gesto goffamente eroico, in una performance completamente privata e dilatata, ho distrutto tutti i miei diari privati e li ho ridotti a una gigantesca massa di sottili strisce di carta. Per una volta ho avuto la sensazione di poter decidere cosa ricordare e cosa dimenticare.

 

 

Dopotutto, siamo sicuri che un diario aiuti la memoria? Non comporta il rischio di sostituire la memoria con un resoconto scritto? Quando trascriviamo le nostre pagine autobiografiche, non trasformiamo la memoria in un racconto letterario e sempre meno in un’esperienza vivida?

Ciò che rimane di queste riflessioni è ordinato in 15 scatole di cartone e un ultimo diario che può essere sfogliato dal pubblico, che contiene una selezione casuale di ricordi conservati da diari distrutti in precedenza, ricordi che prenderanno la forma di brevi frasi scollegate. 

 

 “I ricordi hanno una tenacia molto forte, ma come i sogni, prosperano nel buio, sopravvivono per decenni nel profondo delle nostre menti come relitti sul fondo del mare. Riportarli alla luce può essere pericoloso”.

(J.G. Ballard)