DI COSA HAI PAURA?

Di cosa hai paura? - progetto di arte partecipata e inclusiva vincitore del bando Driss | Europa creativa - in collaborazione con Eccom. Idee per la cultura, Regione Emilia-Romagna, Musei Civici Reggio Emilia, Museo Gemma Modena, Museo Paleontologico Montevarchi, Casa delle Culture di Modena, Fondazione Mondinsieme - Musei Civici e strade della città - Reggio Emilia

 

Il progetto si è costruito attorno a diversi momenti collettivi tra cui una campagna di manifesti muti dispersi per la città di Reggio Emilia, e culminando nella realizzazione di un'installazione immersiva nelle stanze del Museo Civico di Reggio Emilia dal titolo "Eclissi. Tre Movimenti al nero"

Dopo due anni di pandemia e una crisi internazionale alle porte, Alice Padovani chiede a se stessa e a tutti noi: “Di cosa hai paura?”. Pochi caratteri in nero su un cartellone bianco che hanno la forza di svegliare le coscienze dal torpore collettivo. Una domanda che arriva all’improvviso quasi in maniera mistica e che ci costringe a guardare verso l’interno.   

Ma che cos’è la paura? E’ un’emozione che accomuna tutti noi, è universale e come scrive proprio il teorico dell’evoluzione Charles Darwin nel 1872, “la paura è stata espressa sempre in una maniera identica a quella di oggi”. 

 

La paura esiste perché non si sta vivendo con la vita, si sta vivendo nella mente quello che potrebbe accadere dopo. Questo crea una realtà distorta che ci pone nell’ottica di temere l’altro e la diversità, che scatena pregiudizi, stereotipi e forme di discriminazione. La verità è che la paura è semplicissima: tutti abbiamo paura e questo ci rende uguali.

Da questo dialogo con il pubblico e dalla collaborazione sinergica con la band Le Piccole Morti, nasce l’opera “Eclissi. Tre movimenti al nero”. Ovvero, un’installazione immersiva, dove il suono accompagna e amplifica le suggestioni dello spettatore, divisa in tre movimenti che danno forma a questa emozione. Tre stanze, tre movimenti sonori, e una progressione luminosa e catartica dal buio alla luce. 

 

 

Come in un’eclissi, la paura, agisce deformando e offuscando la nostra realtà, così Alice Padovani costringe lo spettatore a vedere e ad ascoltare la paura per comprenderne la natura transitoria. 

Nella stanza centrale, due sedie invitano all’ascolto e alla meditazione, mentre le due stanze adiacenti agiscono come i poli opposti di una eclissi. Una stanza è il buio, il vuoto, la censura della paura; la stanza opposta è la luce, la condivisione delle paure, unite da un filo rosso da cui, come una nuvola, piovono parole restituite alla leggerezza dell’anima.

Ad introduzione delle tre stanze, un’opera che distingue il linguaggio artistico della Padovani, una teca museale dove spicca una frase nella sabbia: “Il mio amuleto contro la paura è il tempo”.

(Cristina Cellini Antonini)